Le colate di lava
La caduta di materiali grossolani (bombe e blocchi) La caduta e accumulo di materiali fini (ceneri e lapilli) Le colate piroclastiche Le colate di fango (lahars) Le frane I maremoti (tsunami) I terremoti Gli incendi Le emissioni di gas |
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Il distretto vulcanico Flegreo è costituito dai Campi Flegrei e dalle isole vulcaniche di Procida e Ischia. La sua origine è connessa agli eventi tettonici distensivi, legati all’apertura del bacino Tirrenico, che hanno determinato la formazione della Piana Campana e generato le condizioni favorevoli alla risalita dei magmi alcalino-potassici che hanno alimentato l’attività eruttiva del distretto.
I Campi Flegrei (Figura 1) sono un grande campo vulcanico in cui sono stati attivi, negli ultimi 39.000 anni, più di 70 centri eruttivi. L’attuale assetto morfologico è il risultato di due collassi calderici (Figura 2) di vaste proporzioni legati alle eruzioni dell’Ignimbrite Campana (39.000 anni fa) e del Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni fa). La prima caldera, più estesa, comprende i Campi Flegrei, la parte meridionale della città di Napoli, la parte settentrionale della baia di Napoli e la baia di Pozzuoli. La seconda, formatasi all’interno di quella dell’Ignimbrite Campana, comprende i Campi Flegrei e la baia di Pozzuoli, ed è caratterizzata da una risorgenza tuttora attiva. Nel periodo compreso tra le due apocalittiche eruzioni, si verificarono almeno altre 11 eruzioni esplosive localizzate ai bordi della caldera dell’Ignimbrite Campana e di cui è ancora possibile riconoscere i depositi. Eventuali centri eruttivi presenti all’interno dell’area interessata dalla successiva caldera del Tufo Giallo potrebbero però essere stati completamente distrutti. |