Cosa vuol dire rischio naturale L'espressione “rischio naturale” si utilizza in contrapposizione al rischio tecnologico, ma non implica che il rischio sia la conseguenza di un fenomeno esclusivamente naturale o che l'uomo non abbia nulla a che vedere con esso. Chi vive o frequenta la montagna conosce molto bene la bellezza ed il fascino dell'ambiente che lo circonda. Non è cosa rara però che ci si trovi a fronteggiare i pericoli che la montagna nasconde: le valanghe, le frane, le alluvioni, tutti eventi che possono naturalmente presentarsi nel corso dell'anno.
Una buona parte dei rischi naturali è fortemente vincolata alle condizioni atmosferiche.
Rischi la cui pericolosità è esclusivamente vincolata alle condizioni meteorologiche o climatiche:
Tempeste di vento.
Ondate d'aria fredda o di calore.
Tornadi e uragani.
Grandine.
Nevicate straordinarie.
Tempeste elettriche.
In secondo luogo si trovano i rischi in cui intervengono altri fattori, naturali o antropici:
Valanghe (geologia-meteorologia).
Inondazioni (meteorologia-idrologia).
Bradisismo di pendii, vincolati in alcuni casi alla pioggia (meteorologia-geologia).
Grandi incendi forestali.
Siccità.
Occorre infine parlare dei rischi naturali di origine non atmosferica ma che producono un impatto importante nell'atmosfera:
Eruzioni vulcaniche.
Situazioni di forte contaminazione atmosferica (non naturale), queste si troverebbero al limite tra i rischi tecnologici e i rischi naturali.
Conseguenze
I danni prodotti dai rischi naturali possono essere:
Diretti (persone, beni, agricoltura e allevamento, infrastrutture, patrimonio culturale,)
Indiretti (interruzione di lavori e di sistemi di produzione, diminuzione del turismo,)
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